mercoledì 24 aprile 2024

Andate e annunciate cosa?

1Pt 5,5-14 e Mc 16,15-20

San Marco

La fine del vangelo di Marco è la bella sintesi della predicazione del Vangelo é l'essenziale per l'annuncio del Regno. Pensiamo se fosse stato sempre così nella storia. Se avessimo sempre fatto così. Andate per le strade in tutto il mondo! Ma quale è la conseguenza di questo andare? La conseguenza é la fraternità della comunità; è realizzare una comunione fatta di relazioni che non vengono meno, ma che esprimono la gioia di essere uniti nella stessa fede. Spesso invece non lo abbiamo compreso che l'annuncio fosse in realtà l'invito libero e festoso a partecipare al Regno di Dio.

Ascolto responsabile

Atti 12,24-13,5 e Gv 12,44-50

Tutti i primi 12 capitoli del vangelo di Giovanni, raccontano cosa significa essere Gesù la luce del mondo. Nessuna pretesa, nessun giudizio, ma solo offrire la possibilità di vivere la salvezza! Gesù infatti afferma di sè stesso di essere venuto a distruggere le tenebre del peccato e della morte. Ascoltata questa parola a ciascuno resta la libertà di accogliere o respingere la parola; siamo così condotti al cuore del mistero dell’uomo e di Dio, in cui l’amore misericordioso e onnipotente di Dio si confronta con la libertà dell’uomo. Chiediamo che la potenza della misericordia, che scaturisce dall'amore di Cristo, salvi tutti gli uomini e ogni uomo. 


martedì 23 aprile 2024

Profezia evidente

At 11,19-26 e Gv 10,22-30

Ogni anno nel tempio si svolgeva la festa solenne della Dedicazione, nella quale risuonavano le profezie messianiche di Ezechiele. Attraverso le parole di Gesù, riportate da Giovanni, ogni discepolo è condotto a rileggere nei segni e nella liturgia una attesa che si realizza pienamente proprio nel Signore. Gesù non solo è il messia atteso, egli è il Tempio da cui scaturisce l’acqua della salvezza. Le opere stesse che egli realizza per volontà del Padre testimoniano la sua messianicità. Con questa chiave va riletta anche la sua morte in croce, che egli compie consegnando lo Spirito Santo. Tutti i segni e le opere di Gesù si riassumono in questo dono.


lunedì 22 aprile 2024

Pecore che non capiscono

At 11,1-18 e Gv 10,1-10

Generalmente diciamo che l'immagine pastorale è semplice e per quel tempo doveva essere molto chiara; in realtà credo che anche questo sia da verificare. Pensando come i pastori erano visti e considerati: gente impura, di dubbia moralità; forse l'espressione di dubbio e di incomprensione è effettivamente legittima: "Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro."
Comunque il Vangelo è chiaro nel volerci portare a una conclusiohe: dobbiamo riconoscere la sua voce. Ecco allora che come un profeta la sua voce, è voce di Dio che rilegge e accompagna la storia e la vita che mette in guardia dai lupi e dai mercenari e che urla a gran voce la direzione da prendere.

domenica 21 aprile 2024

Vocazione cioè "coraggio"

At 4,8-12; Sal 117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

Dal 2010 ad oggi sono deceduti 48 sacerdoti, al momento attuale esclusi gli esterni e i religiosi, il clero diocesano è formato da 71 sacerdoti di cui 5 furi diocesi.
5 sacerdoti hanno più di 90 anni
14 tra 80 e 90 anni
10 tra 75 e 80 anni
16 tra 60 e 75 anni
16 tra 50 e 60 anni
7 tra 40 e 50 anni
3 tra 30 e 40 anni
31 sacerdoti hanno quindi più di 75 anni, ma fra 10 anni chi ne ha 75 ne avrà 85.
Continuando a ragionare sui numeri e senza considerare possibili unificazione con altre diocesi (molto realistica nei prossimi anni), al momento attuale ogni sacerdote sotto i 75 anni (42) ha in media 3571 abitanti e 2,64 parrocchie a testa.
Fra 10 anni sotto 75 anni saranno 33 sacerdoti, con una media di circa 5000 abitanti a testa e 3,36 parrocchie a testa. Restando fisso il numero attuale di parrocchie.
Sono numeri impietosi. I numeri non dicono nulla di buono, nè di rassicurante, per una chiesa tradizionale e più preoccupata dello "status quo" (cioè mantenere le cose come sono) piuttosto che una chiesa fiduciosa nel suo Signore, disposta a stare unella criticità e nel cambiamento come suo responsabile attuale. Tutti abbiamo le nostre responsabilità  a con le nostalgie del passato non andiamo ad annunciare nessun vangelo. I seminaristi nel nostro seminario diocesano sono 3, per cui solo 3 saranno ordinati, se Dio vorrà.
 
Ma fare la giornata di preghiera per le vocazioni e del seminario diocesano non ha nulla a che vedere con i numeri.
Vocazioni in senso funzionale significa fare morire la Chiesa sotto il peso di una struttura e di un avvilimento per lo svotamento dei seminari a la crisi delle vocazioni di consacrazione.
Vocazioni come progetto di vita, come valore della persona e suo realizzarsi come figlio di Dio è ben altra cosa.
Vocazione non semplicemente una scelta personale, ma è il risultato di una Chiesa che vive la sua appartenenza a Gesù, che è fatta di persone coinvolte e che sentono l'esigenza di annunciare e vivere il vangelo della carità e dell'amore ai fratelli. 
Vocazione è relazione con quel pastore che dona la vita in abbondanza. Ciò che caratterizza il pastore è che Egli non cerca un guadagno personale, ma piuttosto il nostro: è venuto perché abbiamo la vita e, per questo scopo, è disposto ad offrire la sua vita.
Nei nostri confronti, dunque, il pastore ha un amore disinteressato e libero, fatto di conoscenza reciproca e di fiducia. E le pecore conoscono la sua voce, perché le pecore sono disposte ad ascoltare la voce di chi è disposto a dare tutto per loro.
Ma è in questa relazione speciale e viva che nasce, si sviluppa e si realizza la vocazione dei figli di Dio. Ascoltare la chiamata è mettersi in relazione con il pastore e con la vita che egli ci dona.
La nostra vita umana e credente, si realizza e si compie quando scopriamo chi siamo, e per chi siamo; quali sono le nostre qualità, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada possiamo percorrere per diventare segno e strumento di amore, di accoglienza, di bellezza e di pace, nei contesti in cui viviamo.
In questo nostro tempo di transizione e trasformazione, in cui tutto sembra rapidamente cambiare, vocazione è il “coraggio di mettersi in gioco”. Non lasciamo che la realtà condizioni pesantemente e negativamente i nostri pensieri.
Alziamoci, dunque, e mettiamoci in cammino come pellegrini di speranza: anche noi possiamo portare annunci di gioia, generare vita nuova ed essere artigiani di fraternità e di pace”.

sabato 20 aprile 2024

Lasciarsi illuminare da Dio

At 9,31-42 e Gv 6,60-69

Non solo i Giudei, ma ora anche i discepoli di Gesù si scandalizzano. Tutti ragionano secondo la carne, ossia secondo i ragionamenti e i pensieri umani. Umanamente stare con Gesù non porta a nulla. Solo Pietro è toccato da una luce interiore che supera la ragione: "Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Il Santo di Dio, colui che pronunzia parole di vita eterna. Pietro può arrivare a questa professione di fede grazie alla sua conoscenza intima e profonda di Gesù. Aiutaci, Signore, a condividere la vita con te, come Pietro, e a ri-conoscerti come il Santo di Dio.

venerdì 19 aprile 2024

Ma chi credi di essere?

At 9,1-20 e Gv 6,52-59

I Giudei, scribi, farisei, sacerdoti ecc... hanno compreso benissimo il livello simbolico del discorso di Gesù. Essi comprendono molto bene che la pretesa di Gesù è che la sua carne, ossia il dono della sua vita, sia in grado di salvare il mondo intero; che la salvezza dipenda da un solo uomo, dipendacda Lui! - Ma chi crede di essere questo galileo? -
La frattura è diventata incolmabile e proprio lo scandalo dei Giudei serve a mostrare profondamente la portata della rivelazione contenuta nelle parole di Gesù. In queste parole del Vangelo ciascuno di noi non può non vedervi un’allusione al sacramento dell’Eucarestia. È in questo sacramento che giunge al culmine la nostra appartenenza è il nostro credere a Gesù e al Padre.